A seguito delle restrizioni di viaggio, senza precedenti, imposte dai Governi in risposta alla pandemia del Coronavirus e dell’implementazione di regimi di confinamento in molti Paesi europei, easyJet ha, oggi, messo a terra la sua intera flotta di aerei.
Negli ultimi giorni la compagnia ha lavorato alacremente per il rimpatrio di numerosi passeggeri, operando oltre 650 voli di rimpatrio e riportando a casa più di 45.000 persone. Gli ultimi voli di rimpatrio sono stati effettuati ieri, domenica 29 marzo 2020.
“Continueremo a lavorare con gli enti governativi per effettuare ulteriori voli di rimpatrio qualora richiesto. In questa fase non è possibile stabilire con certezza una data di ripresa dei voli commerciali. Continueremo a monitorare regolarmente le normative e lo stato della domanda e forniremo un aggiornamento al mercato non appena possibile. Continueremo a intraprendere tutte le azioni possibili per eliminare i costi e le spese non cruciali per l’azienda a ogni livello, al fine di contribuire a mitigare l’impatto del COVID-19. La messa a terra degli aerei ha un impatto significativo in tal senso”, afferma easyJet.
“easyJet può contare su uno stato patrimoniale solido, senza debiti da rifinanziare fino al 2022. Siamo in continua discussione con gli istituti di credito che riconoscono la forza del bilancio e del modello di business”, prosegue la compagnia.
Johan Lundgren, CEO di easyJet, ha commentato:
“Sono estremamente orgoglioso del modo in cui le persone di easyJet si sono fatte avanti e hanno dato il meglio di sé in un momento così difficile, compreso il fatto che molti membri dell’equipaggio si sono offerti volontari per effettuare voli di rimpatrio per consentire ai nostri clienti di tornare a casa. Continuiamo a lavorare instancabilmente per garantire che easyJet sia ben posizionata per superare questo momento di difficoltà”.